Sezioni come
“atelier aperto” al Nido “Aquilone Pinocchio”
Riapertura ufficiale, nel mese di Settembre, anche per il Nido “Aquilone Pinocchio” che, per almeno due anni educativi, occuperà il primo piano dell’adiacente Ex Palazzina Manzoni causa lavori di ristrutturazione/riqualificazione del Polo di Case Bruciate.
Grandi novità non solo per i bambini/e e le loro famiglie, ma anche per tutto il personale educativo (e non) che si trova a ripensare e condividere nuovi spazi-sezione interni ed esterni.
Alla base di questa riorganizzazione c’è il pensiero educativo di sezione come atelier, che pone l’accento sul concetto di “apertura” intesa come costruzioni di molteplici possibilità di relazione e comunicazione.
L’atelier rappresenta un contributo alla rottura di quei rigidi schemi pedagogici, che considerano l’educazione espressiva secondaria rispetto all’insegnamento canonico, rendendo attive le mani, la testa e le emozioni di bambini/e e di adulti. L’atelier contribuisce a sostenere l’idea del piccolo come persona ricca di risorse ed interessi, interattiva, curiosa, desiderosa di porsi in relazione e costruire la propria conoscenza… Un’idea di bambino/a competente sin da piccolissimo!
Educatrici ed educatori del Nido “Aquilone Pinocchio” si fanno promotori e sostenitori di un sistema educativo creativo, esperienziale, aperto, diffuso, in dialogo, dove i singoli protagonisti imparano in azione.
“Il Nido – dicono gli educatori – dovrebbe assomigliare ad un laboratorio, con spazi e tempi flessibili, adatti a far svolgere esperienze attive, che abbiano senso per gli attori, che lascino loro una certa libertà di movimento, fisico e mentale”.
L’adulto progetta e predispone l’ambiente attraverso setting fisici, materiali, virtuali, relazionali e temporali. Diventa facilitatore di singoli e gruppi, offre feedback, favorisce scambi costruttivi, da “primo attore” a regista. La comunicazione all’interno del gruppo assume il carattere del dialogo: è reciproca, prevede uno scambio attorno a problemi posti, nasce dall’ascolto dell’altro e dalla certezza di essere ascoltati, dallo sforzo di capire e di farsi capire. Il clima è collaborativo, cioè viene valorizzata la presa in carico collettiva dei problemi, la condivisione di responsabilità, il rispetto e la valorizzazione degli apporti e delle risorse di tutti.
Riconoscere il valore dell’atelier all’interno della “quotidianità Nido” significa valorizzare il ruolo dei molteplici linguaggi, secondo una concezione della creatività che non ha a che fare con competenze straordinarie ma come una possibilità che deve essere praticata nella quotidianità per volgere lo sguardo “oltre”. Questo permette di sollecitare molteplicità tematiche, intrecci tra linguaggi diversi, progetti trasversali e contaminazioni, tra il mondo artificiale e il mondo naturale, tra materiali strutturati e non, di riuso… per creare un Servizio socioeducativo ricco di offerte che consenta di estendere gli spazi di ricerca.
Trasferire piante dal giardino dell’arte alla terra straniera del sapere per poter individuare i piccoli cambiamenti di colore e di forma che in tal modo si manifestano. La cosa più importante è la delicatezza nell’afferrare, la cautela con cui l’opera viene rimossa con le sue radici, che poi vanno ad arricchire il terreno del sapere. Il resto viene da sé, poiché nell’opera stessa sono contenuti quei pregi che soli dovrebbero chiamarsi critica nel senso più alto (Walter Benjamin)
Al Nido “Aquilone Pinocchio” forte è l’esigenza di progettare spazi educativi che siano disponibili ad accogliere e sostenere la complessità delle esperienze cognitive ed espressive di bambini e bambine. È così che il salone comune, le classi-sezione, lo spazio atelier diventano uno spazio di vita che si presta ad essere pensato progettato e organizzato per accogliere tempi, bisogni, curiosità e narrazioni di tutti coloro che contribuiscono a co-costruire il progetto educativo. Le sezioni sono pensate e modulate come se fossero atelier – oltre che un luogo fisico un luogo mentale – una traslazione del pensiero, dove si amplifica la ricerca della bellezza, l’incontro tra differenti codici.
Importante spunto di riflessione è per gli educatori del Polo educativo di Case Bruciate lo spazio come luogo flessibile, dove la complessità è data dalle varietà dei soggetti coinvolti e dei temi investigati dentro una relazione trasversale tra adulto e bambino, bambino e bambino, bambino e ambiente, adulto e ambiente. Lo spazio polifunzionale deve essere in grado di essere trasformato attraverso il pensiero e l’agito quotidiano di adulti e bambini/e, un luogo che si trasforma e si articola in base alle esperienze che piccoli ed adulti condividono ogni giorno.
“Come adulti – dicono gli educatori – forniamo le “forme”, gli strumenti a cui i bambini/e danno nuove identità, essi si accostano ai materiali e le esplorazioni che compiono non sono mai scontate, mettono in atto soluzioni originali, idee insolite e strategie inaspettate; l’imprevedibilità delle loro associazioni, la capacità di spostare il punto di vista e di offrire nuovi immaginari consentono ogni volta di esprimere forme originali di conoscenza”.
Al Nido “Aquilone Pinocchio” frequenti sono le occasioni di positiva contaminazione sul tema dell’atelier e della creatività, dove si delineano percorsi possibili, nella logica che la molteplicità degli sguardi e, soprattutto l’intreccio delle competenze e delle relazioni, possano portare a una visione d’insieme più ricca e profonda.
Nonostante tutto, è lecito pensare che la creatività, come conoscere e stupore del conoscere…possa essere il punto di forza del nostro lavoro, nella speranza che essa possa diventare una normale compagna di viaggio nell’evoluzione dei bambini (Loris Malaguzzi)