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   IL “NUOVO EDUCATORE”:

il valore aggiunto di spazi e setting al Nido “Filastrocca”

 

Il lavoro educativo è un “lavoro di cura”, cura che non si deve confondere con un intervento di assistenza e nemmeno con la messa in pratica delle conoscenze e delle metodologie che si apprendono all’università o durante corsi di aggiornamento/formazione.

Esiste, certo, una dimensione “tecnica” importante, relativa al sapere e al saper fare delle Educatrici, ma ha significato solo se la si colloca all’interno della relazione educativa. Questo vuol dire che il lavoro educativo, in quanto lavoro di cura, poggia sulla capacità da parte del professionista di dare valore educativo ai propri interventi, grazie al sapere e grazie alla propria capacità di sintonizzarsi affettivamente ed emotivamente con colui al quale l’intervento educativo è rivolto.

Nel corso dei mesi, l’équipe delle Educatrici del Nido “Filastrocca”, assieme alla Coordinatrice Pedagogica di riferimento, si sono soffermate sull’idea di bambino come persona che ha dei diritti, che è unica, è competente ed è protagonista del proprio percorso, che costruisce, un giorno dopo l’altro, grazie alle relazioni che intesse con gli altri e con il contesto. Proprio per questo motivo è fondamentale aver cura, sempre, degli spazi dell’educazione. La “cura” va intesa come un modo speciale, tutto proprio delle Educatrici, di guardare il “mondo Nido”, in cui entrano in relazione con i bambini e le bambine.
Di conseguenza molti incontri tra adulti esperti vengono pensati per un confronto aperto su quale sia il modo migliore di organizzare gli spazi in relazione alle caratteristiche dei bambini che li abitano.

Pensare agli spazi e pensare gli spazi, nel nostro lavoro, significa soprattutto pensare al benessere psico-fisico dei bambini che frequentano il Nido e allo sviluppo delle loro autonomie: devono essere spazi che sappiano accogliere le loro particolarissime e tante esigenze. E affinché questo accada è molto importante saper creare degli angoli per il gioco, per il riposo, per le proposte strutturate, in cui centrale è l’aspetto della relazione e lo star bene del bambino al Nido. Devono, quindi, essere spazi in cui i bambini si sentano a loro agio e possano scambiare esperienze con i compagni, spazi accoglienti e caldi il più possibile.                     

Lo spazio, nei servizi per la prima infanzia, non deve essere neutro, asettico, ma è importante che veicoli chiari messaggi educativi: tutte le esperienze educative, infatti, avvengono nello spazio; pertanto, nel momento in cui si organizzano gli spazi, è necessario pensare alle esigenze dei diversi gruppi di bambini e curare tutti i dettagli nella scelta e nella disposizione degli arredi. E tutto ciò lo si fa in gruppo, perché è fondamentale che tutto il gruppo condivida le decisioni che si prendono…in caso contrario sarebbe molto difficile progettare delle esperienze educative di senso.

Quando si entra per la prima volta al Nido “Filastrocca”, dopo un grande salone per l’accoglienza, si accede alle tre Sezioni di riferimento, che sono lo specchio del servizio socioeducativo 0 3 anni: è la prima cosa che i genitori vedono e anche il primo spazio in cui possono immaginare ciò che vivranno i loro bambini/e.

Oggi tutto è molto diverso da molti anni fa, quando il Nido è stato inaugurato. Lo spazio, gli arredi, i materiali, le pareti…tutto è cambiato così com’è cambiata – come è naturale che sia – l’idea di educazione nel corso del tempo.

E così come è cambiata l’idea di cura.

Educatrici e Coordinatrice credono fermamente che gli spazi siano un’importante risorsa educativa: sono stati strutturati pensando alle possibilità di apprendimento che offrono ai bambini/e e alla qualità delle relazioni che possono svilupparsi all’interno di essi. Questo perché gli spazi possono favorire o impedire lo svolgersi di esperienze: ad esempio ad un angolo per la lettura, se fornito di tappeti, cuscini comodi e confortevoli, se ben illuminato, se vi è la possibilità di prendere i libri senza doverli chiedere, sarà frequentato dai piccoli che potranno condurre assieme alle Educatrici piacevoli esperienze e le vorranno ripetere; gli spazi, inoltre, possono influenzare il sentire: uno spazio, per esempio, con arredi di legno con angoli in cui rifugiarsi quando si ha voglia di stare un po’ da soli è facile che trasmetta calore e senso di protezione.

       

Gli spazi, gli spazi “Filastrocca”, non sono solo frutto di un pensare di adulti, ma di adulti che si relazionano con i bambini/e e guardano attraverso i loro occhi.

Per chi si nutre di educazione e cura, non sarebbe possibile diversamente.

Gli spazi di un servizio educativo, infatti, sono luoghi in cui si vive, ci si incontra, si dialoga, luoghi di intimità, di finzione, di narrazione, di costruzione di identità. E sono anche spazi che cambiano, si costruiscono e si decostruiscono in relazione a chi li abita, alla crescita dei bambini nel corso dell’anno, ai loro vissuti.

Sono spazi modulabili e modulati, che vengono organizzati in modo da rispettare i tempi lenti dei bambini, i loro bisogni, senza, però, dimenticarci che sono spazi abitati anche da adulti – come Educatrici, operatrici e famiglie – che devono trovare in essi luoghi che rispondano alla necessità di comunicare, confrontarsi, partecipare alla vita del servizio.

L’imperativo al Nido “Filastrocca” è che lo spazio deve essere costante oggetto di cura educativa, come dei materiali che li animano e caratterizzano perché devono essere spazi di qualità, in cui fondamentale è l’attenzione ai bisogni di crescita e cambiamento dei bambini e delle bambine.