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Asilo nido: fondamentale nello sviluppo del bambino

A tutt’oggi secondo i dati ISTAT i bambini italiani che frequentano gli asili nido o servizi analoghi sono unicamente il 13,6% della popolazione, ben lontano da quel 33% posto come obiettivo dall’Agenda di Lisbona per tutta l’area europea. Le ricerche longitudinali compiute in varie parti del mondo, ma anche in Europa, sul potenziale di sviluppo che il nido rappresenta sui bambini nell’arco della vita non lasciano dubbi a proposito. I bambini che frequentano nidi di qualità hanno maggiori possibilità di affermarsi nella vita sia dal punto di vista degli apprendimenti culturali e quindi scolastici, sia dal punto di vista del successo individuale.

Fino al terzo anno di vita il bambino apprende sostanzialmente attraverso lo sviluppo sensoriale. Sono esperienze molto semplici ma importantissime: toccare, udire i suoni, guardare, muoversi, scoprire, mettere in bocca, tutte esperienze che in un nido possono essere fatte con la massima libertà.

Pensiamo a una delle attività più semplici ma anche più creative di tradizione montessoriana, quella dei travasi. Il bambino trova un contenitore pieno di pasta piuttosto grossa di dimensione – ad esempio le classiche pennette italiane –, deve prenderla e travasarla in una serie di contenitori più piccoli: facendo questo semplice gesto dovrà sperimentare e controllare il passaggio di un materiale da un contenitore a un altro.

Nel nido tutto ciò è possibile perché è attrezzato in questa logica, come può esserlo per colorare un lenzuolo, per dipingere con i piedi, per giocare con le barchette nell’acqua, per coltivare dei fiori, per preparare qualcosa in cucina. Sono delle attività a sfondo sensoriale che rappresentano la premessa di ogni forma di apprendimento, così come poter correre, ballare, saltare in un salone protetto e sicuro, dove anche il cadere non rappresenta un pericolo, dove non ci sono i mobili di casa. Sono opportunità uniche, tanto più nella bella stagione, quando si può stare in uno spazio all’aperto dove ci sono giochi basati sul bisogno motorio infantile, importantissimo in un’età in cui il movimento è effettivamente una delle esperienze più importanti in assoluto.

Nell’interazione con le altre bambine e bambini il piccolo inizia anche il riconoscimento con sé stesso, la fuoriuscita dalla necessaria fase di narcisismo e onnipotenza e incomincia a imparare le forme di autoregolazione sociale. Non per niente è proprio al nido, fra i 18 e i 36 mesi, che il bambino ha maggiore capacità di gestire autonomamente i contrasti con i suoi coetanei. Da questo punto di vista uno dei vantaggi più espliciti è proprio il rafforzamento delle competenze linguistiche, in quanto la necessità di comunicare con i propri coetanei consente ai bambini di uscire da quelle forme di comunicazione adulto-bambino eccessivamente protettive, che gli impediscono di attivare tutto ciò che hanno imparato e che è invece indispensabile utilizzare per comunicare efficacemente e giocare con altri bambini.